Corso Information literacy e storia

Quali fonti secondarie?
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LICEO "REBORA"
Rho Liceo delle Scienze Sociali

Il futuro ha un cuore antico
 
  
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Indice

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- Appunti [1]

2. Nel secondo (464 pagg. in tutto), dedicato alle origini e alla storia dello squadrismo in Italia tra 1919 e 1922, la seconda parte, denominata “Apparati”,  contiene, oltre le Note, l’Indice dei Nomi e dei Luoghi: 

 

·        un “Dizionario biografico dello squadrismo”, con le biografe dei principali protagonisti di quelle vicende (100 pagg.); 

·        una “Cronologia della violenza politica:1919-1922”, che censisce, grazie a ricerche d’archivio e su fonti giornalistiche (e con l’ausilio del pc) tutti gli episodi di violenza politica di quegli anni (150 pagg.);

strumenti essenziali perché il lettore possa effettivamente comprendere il clima di violenza diffusa e impunita in cui al fascismo fu consentito di arrivare al potere. (Nota: per la serie niente è perfetto: a questo volume manca ahimè la bibliografia!)

 

Pensiamo a quanto l’informatica e internet, anche in ambiente bibliotecario, potrebbero essere efficaci come strumenti di diffusione e ricerca di una storiografia come questa, pensiamo come queste non “banche-dati” ma storie di uomini e donne potrebbero con tutta la loro forza formare una diversa conoscenza e quindi  consapevolezza di molti eventi storici.

 

 

Anche se poi ci imbattiamo in casi di scelte editoriali che lasciano stupefatti: rimanendo nell’ambito storiografico a cui si è fatto riferimento prima, quando la Utet  edita tra 2005 e 2006 (pubblicizzando l’iniziativa anche con ampi articoli sui maggiori quotidiani) la “Storia della Shoah” in 5 voll., 3 dvd e 1 cd, nel cd che riproduce tutti i 5 voll. di saggi e documenti omette tranquillamente i nomi degli autori dei singoli saggi, per cui a chi utilizza il cd è impossibile effettuare una ricerca per autore o sapere chi  è l’autore di quel testo senza consultare l’opera a stampa. Come fa una Casa editrice come la Utet  a perdersi in questo modo nel classico bicchier d’acqua? Ciò la dice lunga su come in Italia lo strumento informatico venga spesso ancora considerato quasi un “corredo”, un “abbellimento”, piuttosto che uno strumento di lavoro e conoscenza.

Autore: Andrea Marzulli
Copyright Andrea Marzulli e LIUC 2002-2004
 
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