Corso Information literacy e storia

Fonti primarie e archivi
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Rho Liceo delle Scienze Sociali

Il futuro ha un cuore antico
 
  
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Dove si trovano?

Gli archivi

(http://www.biblio.liuc.it/scripts/gestioniebook/paginaebook.asp?eb=el15&numpag=161)

 

I luoghi per eccellenza, indiscutibilmente, in cui possiamo reperire fonti primarie soprattutto scritte ma anche documenti audio, video e oggetti rimangono senz’altro gli archivi, seguiti da  musei,  biblioteche, enti e associazioni, tutti sia  pubblici che privati: dall’Archivio di Stato a quello della Rai a quelli di Banche, Imprese, Sindacati, Partiti,  da quelli dei Ministeri a quelli dei Comuni a quelli delle istituzioni culturali.

Per una guida online all’Archivio Centrale dello Stato e alle sue diverse sedi sul territorio: http://www.archivi.beniculturali.it/UCBAWEB/indice.html ; per la consultazione online della Guida agli Archivi centrali dello Stato : http://www.maas.ccr.it/cgi-win/h3.exe/aguida/findex_guida

 

 

 

Archivi e informatica

Molte istituzioni archivistiche ed enti ( v. l’es. della sede milanese dell’Archivio di Stato: http://213.156.63.135/redir.html?pag=/primo_livello.html?s1=patrimonio ) da alcuni anni stanno procedendo alla digitalizzazione dei loro patrimoni, e questo fondamentalmente per 3 motivi:

1.     preservare i documenti, spesso rari e preziosi,  dall’usura del tempo e della consultazione “fisica”, sostituibile almeno in parte con quella della riproduzione del documento originale;

2.     conservare copie dei documenti che assicurino maggiore durata nel tempo rispetto ad altri formati (pensiamo alla fotocopia e alla sua natura comunque deperibile);

3.     elaborare copie che rispetto agli originali possano essere indagate in modi diversi e per alcuni aspetti anche più proficui: attraverso formati che permettano ad es. l’ingrandimento del documento e la sua visione particolareggiata , o il suo inserimento in una banca-dati, o la sua reperibilità attraverso un motore di ricerca, o il suo inserimento  in un dato contesto o il commento su di esso da determinati punti di vista.

Naturalmente, per evitare che ognuno digitalizzi per conto proprio secondo criteri esclusivamente propri, da qualche tempo l’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane: http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp ) si sta preoccupando di elaborare linee-guida comuni, come è avvenuto di recente ad es. per la digitalizzazione di bandi, manifesti e fogli volanti.

 

La conservazione degli archivi, l’informatica e la storia contemporanea.

Del resto, la conservazione dei patrimoni archivistici non riguarda solo fondi più o meno antichi relativi ad epoche trascorse e spesso oggetto dell’interesse soprattutto di specialisti, ma costituisce un problema anche per quella documentazione che si riferisce a fatti e tempi a noi molto più vicini. È il caso, ad es., della recente digitalizzazione delle ben 700.000 carte relative al processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia (1974), e del progetto per un’omologa operazione di salvataggio dei documenti relativi al processo di Catanzaro  per la strage di piazza Fontana a Milano (1969), i quali stanno letteralmente scomparendo e putrefacendosi nei sotterranei del Tribunale di quella città; operazione il cui costo pare si aggiri intorno ai 50.000 € (fonte: Anpi oggi, n.4-5-6-7/2006, pag.19).

Inoltre occorre tener presente che anche la digitalizzazione dei documenti non è purtroppo “per sempre”, ma comporta delle problematiche di natura tecnica, relative alla evoluzione dei supporti e dei formati di digitalizzazione, non sempre compatibili gli uni con gli altri o nei passaggi dall’uno all’altro, per cui sono comunque sempre necessari aggiornamenti e trasferimenti che garantiscano la “lettura”  e la fruibilità del documento così riprodotto ( v. es. della tendenziale scomparsa dei floppy).

Autore: Andrea Marzulli
Copyright Andrea Marzulli e LIUC 2002-2004
 
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