Corso Information literacy e storia

Introduzione
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Rho Liceo delle Scienze Sociali

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Indice

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- Appunti [1]

Introduzione- Che cos’è la storia e come funziona la ricerca storica: la definizione di M. Bloch

 

Introducendo il discorso sulle fonti per lo storico e i luoghi e gli strumenti per il loro reperimento e la loro diffusione, occorre ricordare la definizione di Fernand Braudel della storia come scienza “onnivora”, per la quale cioè tutto è fonte, e che la distinzione delle fonti che opereremo anche noi, in base alla loro natura intrinseca e alla loro provenienza, in effetti serve a ordinare e catalogare, ma non a escludere.

Tant’è vero che, nella “Premessa alla prima edizione Italiana” di “Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II” (1952, Einaudi), Braudel addirittura auspicava una “storiografia imperialistica”, cioè una scienza storica che sapesse servirsi di tutto e che guardasse a tutto senza nulla escludere, e che sapesse “impadronirsi” del contributo  e delle specifiche conoscenze di tutte le altre scienze, “sfruttandole” ai fini di rendere sempre più ampie, complete e approfondite (e quindi anche più complesse) le sue conoscenze sulle azioni degli uomini nel tempo e nello spazio, secondo la famosa definizione che della  storia formulava  M.Bloch in “Apologia della Storia” (1941; Einaudi 1950: “scienza degli uomini nel tempo”).

E del resto, era stato lo stesso Bloch, fondando nel 1929 con Lucien Febvre la scuola delle “Annales”  a far compiere alle scienze storiche la loro “rivoluzione copernicana”.  Poiché essi teorizzarono e soprattutto praticarono il passaggio da una storia cosiddetta “evenemenziale”, attenta quasi esclusivamente alla ricostruzione e al racconto dei fatti in sé e per sé, e da una histoire-bataille, attenta soprattutto a fatti politico-diplomatico-militari, a una storia:

·        che sapesse guardare con più attenzione alla pluralità delle cause ( i cosiddetti “treni di onde causali” di cui parla Bloch sempre nella “Apologia della storia”), e quindi non solo al come ma anche al perchè dei fatti, e ai nessi causali esistenti tra i fatti stessi, e alle loro conseguenze;

·        che sapesse rivolgere la sua attenzione anche a scienze e ad ambiti nuovi e diversi (diventando così davvero “onnivora”), sia a quelli apparentemente del tutto estranei alla storia tradizionalmente intesa sia a quelli  fino ad allora del tutto ignorati dagli storici, e che quindi sapesse avvalersi ad es. delle conoscenze della tecnologia, oceanografia, medicina, etnografia, botanica, statistica e demografia, fisica e chimica, psicologia e sociologia sino all’informatica di oggi, dedicando energie e attenzione alle mentalità collettive, ai fenomeni psicologici di massa, alla vita quotidiana e materiale dell’uomo, alla storia dei piccoli gruppi e delle realtà locali ( la cosiddetta “microstoria”).

Una storia però sempre attenta a riconnettersi a fenomeni e realtà di più ampia portata, a non dimenticare mai il contesto.

 

Autore: Andrea Marzulli
Copyright Andrea Marzulli e LIUC 2002-2004
 
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