Quanto alla riproduzione digitale, Vitali evidenzia alcune questioni interessanti.
Egli infatti osserva che la quantità e qualità di materiali resi così accessibili non è tale al momento ( e ciò valeva nel 2003 come oggi nel 2006) da rendere possibile una ricerca originale che si svolga per intero in rete, ma allo stesso tempo la progressiva digitalizzazione di documenti può risultare assai utile alla didattica o ad integrare ricerche che seguano altri canali.
Propone inoltre, rifacendosi alle analisi di M.Taller (pagg.88-89), una classificazione dei materiali digitalizzati in:
Pertanto, si può dire che la maggioranza dei documenti digitalizzati nei siti archivistici italiani esaminati appartenga alla seconda categoria.