Corso Information literacy e storia

La storia a(l) tempo di internet
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LICEO "REBORA"
Rho Liceo delle Scienze Sociali

Il futuro ha un cuore antico
 
  
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Indice

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Quanto alla riproduzione digitale, Vitali evidenzia alcune questioni interessanti.

Egli infatti osserva che la quantità e qualità  di materiali resi così accessibili non è tale al momento ( e ciò valeva nel 2003 come oggi nel 2006) da rendere possibile una ricerca originale che si svolga per intero in rete, ma  allo stesso tempo la progressiva digitalizzazione di documenti  può risultare assai utile alla didattica o ad integrare ricerche che seguano altri canali.

Propone inoltre, rifacendosi alle analisi di M.Taller (pagg.88-89), una classificazione dei materiali  digitalizzati in:

  1. illustrativi,  se la loro qualità mette l’utente nella condizione di valutare se è utile o meno accedere  all’originale per il lavoro che sta svolgendo;
  2. leggibili, quando comunicano tutte le informazioni che l’autore del documento originale voleva trasmettere;
  3. paleografici, se rendono fruibili anche tutte le informazioni che l’originale fornisce ad occhio nudo, a prescindere da quanto consapevolmente l’ autore del documento voleva comunicare;
  4. migliorativi, nel caso in cui rendano visibili informazioni non reperibili ad occhio nudo dall’originale ( pensiamo, per fare un esempio banale, alla funzione di ingrandimento dell’immagine che salvaguardi la qualità della stessa).

Pertanto, si può dire che la maggioranza dei documenti digitalizzati nei siti archivistici italiani esaminati  appartenga alla seconda categoria.

Autore: Andrea Marzulli
Copyright Andrea Marzulli e LIUC 2002-2004
 
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