Inoltre, non solo il modo di guardare al presente da parte di molte nostre istituzioni appare a volte centrato più sul "servizio" che sull'informazione, ma anche la sensibilità "storica" purtroppo non appare granchè sviluppata: è raro che sui siti dei tanti e diversi enti pubblici si possa trovare molto di quel tanto materiale da loro custodito che pure sarebbe di indubbio interesse storico: sembra quasi che la (loro?) stessa storia, in rete (soltanto?) non esista, o si presuppone non interessi ad alcuno dei "cittadini navigatori".
Facciamo come sempre un esempio concreto, ahimè anche questa volta un po' "al limite", e del resto significativamente citato sia da Cavaleri e Venturini (pag.62) che dagli autori de "La storia a(l) tempo di internet", nel capitolo dedicato alle istituzioni a cura di Giovanni Focardi (pag.66).
Il sito della Presidenza del Consiglio, www.governo.it, rende accessibili i provvedimenti presi dall'attuale governo ma ha cancellato quelli della legislatura precedente, la prima on line. Tanto che Cavaleri e Venturini si chiedono se si tratti del sito "del Governo o del Governo in carica", e intitolano il paragrafo "La perdita della memoria" . Focardi afferma che "cancellare dati già inseriti, e che sono ormai storici, è già attuare un preciso uso pubblico della storia". Per noi, c'è senza dubbio di che riflettere.