La disponibilità va quindi "intesa come predisposizione di fonti informative per un pubblico generico e non determinato a priori" ( pag.24) da parte delle pubbliche amministrazioni; "la disponibilità è basata sulla costruzione di luoghi dove raggiungere liberamente l'informazione cercata...; è lo strumento che più si adatta alle esigenze di trasparenza , poichè la trasparenza più autentica è la visibilità e la libera accessibilità, senza filtri e mediazioni, di ciò che è dall'altra parte" (pagg.24-25).
In questo ambito, internet ha la possibilità, sempre che lo si voglia adoperare in questo senso, di ricoprire un ruolo determinante e prezioso e divenire " nel tempo, strumento di accesso a qualunque tipologia di informazione pubblica" (pag.27).
Si tratta di affermazioni importanti non solo da un punto di vista tecnico, ma direi senz'altro anche civile ( e identico spirito si ritrova anche nei singoli interventi della seconda parte): Venturini, autore di questo capitolo, mette il cosiddetto "dito nella piaga": internet, come qualsiasi altro strumento, dipende da noi, e sta quindi a chi ne ha la responsabilità ( e i mezzi) farne occasione potente di ulteriore sviluppo sociale sulla strada della conoscenza e dell'informazione o, nel migliore dei casi, semplice luogo di "svago" e di banalità.