Autori:
Pietta, Antonella ![](http://www.bncf.firenze.sbn.it/img/logo-bncf.jpg)
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Tononi, Marco ![](http://www.bncf.firenze.sbn.it/img/logo-bncf.jpg)
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Bonati, Sara ![](http://www.bncf.firenze.sbn.it/img/logo-bncf.jpg)
Titolo:
Per un'ecologia politica della vulnerabilità urbana: il caso di Funchal-MadeiraPeriodico:
Rivista geografica italianaAnno:
2018 - Volume:
125 - Fascicolo:
1 - Pagina iniziale:
21 - Pagina finale:
41L’isola di Madeira, nell’Oceano Atlantico, è un territorio frequentemente soggetto a eventi naturali estremi. Questo fatto è dovuto non solo alla posizione geografica e alle caratteristiche geomorfologiche del territorio, ma anche ad una errata pianificazione degli insediamenti urbani, con particolare evidenza nella costa meridionale dell’isola. Se da un lato le caratteristiche geo-fisiche della costa sud hanno facilitato l’insediamento umano e il conseguente processo di urbanizzazione, dall’altro lo sviluppo delle città non ha rispettato le caratteristiche del territorio, portando ad una crescita incontrollata e casuale (urban sprawl). Questo è avvenuto maggiormente a Funchal, principale centro urbano dell’isola, dove ogni anno si verificano fenomeni calamitosi di differente intensità . Le aree della città maggiormente interessate da questi episodi appaiono essere spesso quelle più marginali. Pertanto, nel presente lavoro si è indagato se la vulnerabilità urbana nasca entro gli spazi marginali, intesi non solo come spazi di confine tra ambiente costruito e ambiente non costruito, ma anche come spazi entro i quali gruppi sociali marginali sono confinati. Adottando la Urban Political Ecology (UPE) come chiave di lettura, si è cercato di comprendere come l’urbanizzazione interagisce con questi spazi marginali nella produzione del rischio e quali sono le ricadute dello sprawl urbano sulla distribuzione della vulnerabilità . Tenendo in considerazione la dimensione sociale dell’analisi, la ricerca ha valutato le molteplici relazioni tra ambiente, cultura, politica e potere, così come la loro evoluzione nel tempo. L’indagine ha utilizzato i dati storici per una mappatura degli eventi più disastrosi e i dati di censimento per lo studio della marginalità sociale. In particolare sono state prese in considerazione le informazioni sulle alluvioni e sugli incendi.
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