Autore: Fontana, Mauro Vincenzo
Titolo: Centro e periferie della tutela negli anni Settanta. Sabino Iusco soprintendente in Basilicata (1971-1977)/Center and peripheries of protection in the 1970s. Sabino Iusco superintendent in Basilicata (1971-1977).
Periodico: Il capitale culturale
Anno: 2024 - Fascicolo: N. 29 - Pagina iniziale: 289 - Pagina finale: 327

 Nel luglio del 1971, a presiedere la neonata Soprintendenza alle Gallerie della Basilicata, fu chiamato da Cagliari il barese Sabino Iusco (1922-2013). Prendendo le redini di una struttura che in quel momento non arrivava a contare nemmeno due settimane di vita, egli marcò in poco più di cinque anni una vicenda fondativa nella storia della conoscenza e della tutela del patrimonio artistico lucano, costruendo dalle fondamenta l’intera architettura amministrativa dell’istituto che fu chiamato a dirigere e dando corso a una ricognizione a tappeto che penetrò in modo capillare un territorio rimasto sino ad allora pressoché impermeabile a qualsiasi sguardo esterno. Insieme alla compagna Anna Grelle, fu il regista di una delicatissima operazione di riscatto per la regione e per la sua comunità, un’impresa che, attraverso un’azione di presidio a tutto campo, intese agire sul piano politico e sociale ancor prima che su quello critico.Inserendosi in una linea di studi che ha solo da poco cominciato a indagare il rapporto tra tutela, ricerca e politica nell’Italia degli anni Settanta, il contributo ripercorre il tempo della reggenza lucana di Iusco (1971-1977) attraverso i dati forniti da un lotto di documenti inediti conservati oggi a Matera, presso l’Archivio Storico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Emerge così un quadro inedito delle interazioni tra il funzionario barese, i vertici romani del ministero e le amministrazioni locali, in un’emblematica dialettica tra centro e periferia che, oltre a documentare le endemiche carenze strutturali che oggi come ieri affliggevano il comparto nel Mezzogiorno, ci consegna una vicenda misconosciuto nella storia novecentesca della conservazione del nostro Paese. In July 1971, Sabino Iusco (1922-2013) was called from Cagliari to direct the newly established Superintendency of the Basilicata Galleries. Taking the reins of a structure that at that time was not even two weeks old, in little more than five years he wrote a founding chapter in the history of knowledge and protection of the Lucanian artistic heritage, building from the foundations the entire administrative architecture of the institute he was called to manage and initiating a sweeping reconnaissance that penetrated a territory that until then had remained almost impermeable to any outside view. Together with his wife Anna Grelle, he was the director of a very delicate operation of redemption for the region and its community, an undertaking that, through an all-embracing presidium, intended to act on a political and social level even before acting on a critical one.Inserting itself in a line of studies that has only recently begun to investigate the relationship between protection, research and politics in Italy in the 1970s, this contribution retraces the time of Iusco’s Lucanian regency (1971-1977) through the data provided by a batch of unpublished documents preserved today in Matera, at the Historical Archive of the Basilicata Archaeology, Fine Arts and Landscape Superintendency. Thus emerges an unpublished picture of the interactions between Iusco, the Ministry’s top management in Rome and local administrations, in an emblematic dialectic between centre and periphery that not only documents the endemic structural deficiencies that afflicted the sector in southern Italy –in the past as today –, but also that gives us an unknown chapter in the twentieth-century history of conservation in our country. 


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SICI: 2039-2362 (2024)N. 29<289:CEPDTN>2.0.ZU;2-#

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