Autore: Cardi, Mavie
Titolo: Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia: profili giuridici e valutativi
Periodico: Economia e diritto del terziario
Anno: 2009 - Volume: 21 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 445 - Pagina finale: 464

Il tema della proprietà delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L’articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell’assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell’individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, è stata di ostacolo nell’identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che già in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d’Italia è orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d’Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell’apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificità delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilità di riferire al capitale della Banca d’Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell’asset in questione. Successivamente, l’analisi - fermi i profili di non trasferibilità delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilità di far ricorso, nel caso di specie, all’applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l’effettiva applicabilità del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d’Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.




SICI: 1593-9464(2009)21:3<445:PDRDAP>2.0.ZU;2-#
Testo completo: http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_Rivista.aspx?IDArticolo=39525&Tipo=Articolo PDF

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