Autore: Onado, Marco
Titolo: Regole dopo la crisi? No grazie
Periodico: Mercato concorrenza regole
Anno: 2009 - Volume: 11 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 559 - Pagina finale: 576

La crisi finanziaria iniziata del 2007 ha determinato il più grave salvataggio della storia. Le banche, con l'unica eccezione di Lehman Brothers, hanno goduto di un autentico diritto a non fallire, che rischia di rendere permanente l'azzardo morale e di impedire che la disciplina di mercato possa essere applicata anche nel sistema finanziario. Le regole proposte dal Financial Stability Board e dai principali regolatori mirano non solo a diminuire per il futuro la probabilità di crisi, ma anche ad affermare il principio che le banche possono fallire come tutte le altre imprese. Il mondo della finanza, che è tornato a godere di profitti elevati (anche per effetto dei sussidi ricevuti) sta elevando proteste sempre più forti, lamentando i costi che dovrebbero essere sopportati. Le obiezioni non appaiono teoricamente fondate, perché tutte le riforme mirano a rendere esplicite le esternalità negative generate dalle banche e in particolare da quelle rilevanti dal punto di vista sistemico. Il problema fondamentale è che la regolamentazione delle forme più rischiose di attività finanziarie dovrebbe comportare una riduzione dei profitti bancari rispetto ai livelli degli anni precedenti la crisi e dunque anche dei compensi dei manager. Sulle nuove regole è dunque in atto un autentico braccio di ferro tra autorità di vigilanza e mondo politico da una parte e banchieri dall'altro: la fine dell'emergenza e del panico rende la posizione dei secondi sempre più forte.




SICI: 1590-5128(2009)11:3<559:RDLCNG>2.0.ZU;2-A
Testo completo: http://www.mulino.it/ws/rwDirectDownload.php?doi=10.1434/30853
Testo completo alternativo: http://www.mulino.it/rivisteweb/scheda_articolo.php?id_articolo=30853

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