Autore:
Vacca, Giuseppe Titolo:
Bertrando Spaventa nel marxismo italianoPeriodico:
Studi storiciAnno:
2017 - Fascicolo:
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115 - Pagina finale:
142Il saggio ha per oggetto l'influenza di Bertrando Spaventa sul marxismo italiano. Essa era stata già segnalata da Antonio Labriola nella lettera a Engels del 14 marzo 1894, e la lezione del filosofo abruzzese si rileva già nella rielaborazione del «metodo genetico» che, superando la matrice herbartiana, conferisce una impronta originale alla «concezione materialistica della storia» del tardo Labriola. Ma Spaventa ebbe un ruolo importante anche nella formazione di Gramsci e di Togliatti, non solo attraverso la mediazione di Labriola, ma anche per conoscenza diretta dei suoi scritti, che favorà tra il 1917 e il 1919 il superamento dell'originario «crocianesimo» di Gramsci e «attualismo» di Togliatti, dando un'impronta peculiare a un marxismo fondato sulla valorizzazione della soggettività . Rilevante è l'influenza del concetto spaventiano di circolazione europea della filosofia italiana del Rinascimento sulla modulazione gramsciana della traducibilità dei linguaggi scientifici e delle culture nazionali; inoltre anche il ruolo attribuito da Gramsci alle élites intellettuali doveva molto alla visione spaventiana dei filosofi e della rivoluzione. Dal superamento dei residui positivistici del marxismo di Labriola derivava infine la concezione del soggetto elaborata nei "Quaderni del carcere" e poi valorizzata da Togliatti ricollegando la filosofia della "praxis" gramsciana alla riforma spaventiana dell'hegelismo. Si delineava cosà una genealogia del marxismo italiano, saldata alle correnti progressive della cultura nazionale, che costituà la base della politica culturale del Pci togliattiano.
SICI: 0039-3037(2017)1<115:BSNMI>2.0.ZU;2-A
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