Autore: Zorzi Giustiniani, Antonio
Titolo: Forma di governo e disciplina dell'economia nell'evoluzione del pensiero di Costantino Mortati.
Periodico: Diritto e società
Anno: 1995 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 143 - Pagina finale: 212 - Parte: SAGGI

Il saggio si popone di mettere a fuoco due tematiche, l'intervento pubblico nell'economia e le forme di governo che percorrono tutta l'opera di Mortati e si intrecciano nei momenti di più alta e approfondita riflessione del costituzionalità calabrese sui fini dello Stato, sui rapporti tra Stato - comunità e Stato - ordinamento m sul potere di indirizzo politico, sulla costituzione materiale, sull'evoluzione degli assetti istituzionali. Già nelle prime monografie su l'Ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano del 1931e su la Costituzione in senso materiale del 1940. Mortati insiste nel nesso tra omogeneità del corpo sociale e stabilità istituzionale e include fra i fini precipui dello Stato contemporaneo quello di " promuovere e assicurare l'unità dal popolo" , ovvero di assecondare con opportuni interventi nel campo economico e sociale la integrazione delle varie classi e gruppi sociali. Per Mortati vi è una stretta interdipendenza fra forma di Stato e forma di governo, attesa la strumentalista dell'assetto istituzionale rispetto alle finalità e ai valori fondanti dello Stato. L'excursus storico delle varie forme di Stato che si sono avvicendate dall'ancien regine al secondo dopoguerra, magistralmente sintetizzato da Mortati nelle lezioni sulle Forme di governo , fa perno proprio sulla nozione di omogeneità del sostrato sociale, che esprime la "classe dirigente" ovvero " la classe governate" di un dato ordinamento politico istituzionale. Nello stato liberale, l'egemonia borghese è incarnata dalla centralità dell'organo rappresentativo ,che nella fase inziale è bilanciata dal potere regio e dà vita a un parlamentarismo equilibrato o dualista, nel quale convivo due diverse fonti di legittimazione politica, la sovranità della nazione e la prerogativa regia . Solo successivamente quando la borghesia consolida il proprio ruolo epicentro nella società civile e nella vita economica, il regime parlamentare evolve verso il monismo, affrancandosi da ogni condizionamento dinastico e legittimista. Quanto più solido è l'insediamento sociale del ceto borghese e la sua capacità di integrazione, attestata da politiche economiciste liberiste e da una legislazione sociale illuminata , tanto più rapido e indolore è il passaggio dalla forma di governo costituzionale puro al parlamentarismo, prima in versione dualista e quindi in chiave monista. L'introduzione del suffragio universale e l'avvento dei partisti di massa accentua la propensione interventistica dello Stato contemporaneo che, a partire dalla crisi del 1929, sperimenta nuove politiche con finalità anticicle e dirette a promuovere l'occupazione , lol sviluppo e il benessere dei ceti non abbienti, per realizzare una democrazia sociale che da compiutezza alla democrazia politica. Il ruolo dirigista assunto dallo Stato contemporaneo rafforza in Mortati la condizione che anche in questa fase la forma di governo più idonea a garantire una effettiva stabilità politica e una reale unità di indirizzo politico in capo all'Esecutivo sia il regole parlamentare " razionalismo" ,nel quale il conseguita monismo viene rivalutato avantaggi del governo, che si trasforma in via definitiva da " comitato esecutivo" a " comitato direttivo" del parlamento.




SICI: 0391-7428(1995)2<143:FDGEDD>2.0.ZU;2-L

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