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Autore
Carli, Cecilia

Titolo
Big (digital) è davvero bad?
Periodico
Mercato concorrenza regole
Anno: 2018 - Volume: 20 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 397 - Pagina finale: 418

La Commissione europea lo scorso luglio ha inflitto a Google la sanzione più alta mai imposta per una violazione delle norme sulla concorrenza, oltre 4 miliardi di euro, peraltro a circa un anno di distanza (era il giugno 2017) dalla diversa sanzione - di oltre 2 miliardi (record schiaccia record!) - che aveva già colpito il gigante di Menlo Park nel caso Google Shopping. La Commissione stavolta ha ritenuto che Google abbia utilizzato il sistema operativo mobile Android, di sua proprietà, per consolidare, attraverso determinate condotte restrittive, la propria posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca online. Non conosciamo ancora le motivazioni della decisione, ma quel che sembra trasparire dal comunicato pubblicato dalla Commissione sembra una rivisitazione in chiave «conglomerale» 2.0 della tradizionale analisi di mercato rilevante e della conseguente identificazione di un abuso ai sensi dell'articolo 102 TFUE fatta per riuscire a sanzionare Android ed il suo «andare a braccetto» con "Google Search" (combinazione che invero ha di per sé regalato più di una gioia ai consumatori), in quella che potrebbe sembrare una caccia alle streghe versione "millennials". «Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria»1: vero, ma la Commissione sembra aver prima guardato Big G dalla giusta distanza, considerando non solo Android, ma anche gli altri elementi e piattaforme che con esso si relazionano. Poi, però, sembra essersi avvicinata troppo quando si è confrontata con la definizione del mercato rilevante in cui Google avrebbe assertivamente abusato del proprio potere di mercato, mancando forse di cogliere a pieno le implicazioni trasversali dei diversi «versanti» della piattaforma. Si potrebbe discutere infatti che la pratica legante sotto accusa (i.e. bundling) porti in realtà notevoli efficienze proprio in ragione degli effetti concorrenziali prodotti su (diversi) versanti, a beneficio ultimo dei consumatori. Di qui la domanda: i "Big Digitals" sono necessariamente "bad"?



SICI: 1590-5128(2018)20:3<397:B(ÈDB>2.0.ZU;2-Z
Testo completo: https://www.rivisteweb.it/download/article/10.1434/93170
Testo completo alternativo: https://www.rivisteweb.it/doi/10.1434/93170

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