Autore
Wunderlich, DieterTitolo
The Challenge by Inverse MorphologyPeriodico
Lingue e linguaggioAnno:
2005 - Volume:
0 - Fascicolo:
2 - Pagina iniziale:
195 - Pagina finale:
214In questo articolo vengono discussi i principi soggiacenti della "morfologia inversa" prendendo in considerazione le strutture sintattiche delle lingue algonchine Ojibwe e Plains Cree. Queste lingue mostrano diatesi diretta e inversa, marcata sullo stesso "stem" verbale, che non può essere identificata con l'attivo e il passivo. La diatesi diretta codifica che il soggetto è, in termini di persona, più saliente dell'oggetto, mentre la diatesi inversa codifica la situazione contraria. Non vi è una terza possibilità . Il marcamento di persona-numero correlato all'entità rimane lo stesso, indipendentemente dal fatto che una certa entità funzioni da soggetto o da oggetto del verbo. Questo tipo di morfologia neutra lizza, in tal modo, l'asimmetria lessicale dei verbi transitivi. È sostanzialmente diversa dalla morfologia di caso, che conserva l'asimmetria lessicale distinguendo tra accusativo e nominativo, oppure tra ergativo e nominativo. Inoltre, il fatto che le terze persone debbano essere ordinate l'una rispetto all'altra e possano essere solamente co-indicizzate con una persona dello stesso livello permette la simmetria soggetto-oggetto anche in sintassi, fatto inatteso se si parte dal punto di vista che la relazione anafora-antecedente è determinata dal c-comando.
SICI: 1720-9331(2005)0:2<195:TCBIM>2.0.ZU;2-P
Testo completo:
http://www.mulino.it/ws/rwDirectDownload.php?doi=10.1418/20721Testo completo alternativo:
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