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Autore
Arrigoni, Matteo

Titolo
Stabilità e proporzionalità nella disciplina delle banche. Il caso del credito cooperativo italiano
Periodico
Banca borsa e titoli di credito
Anno: 2023 - Volume: 76 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 216 - Pagina finale: 242 - Parte: 1

L’introduzione di una disciplina identica per tutte le banche (one-size-fits-all approach) va spesso a detrimento degli enti più piccoli e rischia altresì di pregiudicare la concorrenza sul mercato. Di qui, il tradizionale utilizzo del principio di proporzionalità quale criterio applicativo delle regole altrimenti uniformi, in modo da “calibrare” le norme in base alle particolari caratteristiche di ciascuna banca. Nondimeno, la presenza di notevoli “costi minimi” di compliance e le difficoltà riscontrate dalle autorità di vigilanza nel declinare le proprie strategie di enforcement hanno suggerito di elevare la proporzionalità a vero e proprio metodo per la redazione delle norme. Con il CRD V package, è stata così introdotta la figura degli “enti piccolo e non complessi” , cui il legislatore ricollega l’applicazione di una disciplina “più leggera” in tema di SREP e obblighi di reporting. Tuttavia, poichè l’attività di vigilanza deve sempre svolgersi “al più alto livello di consolidamento”, la necessaria partecipazione delle BCC a un gruppo bancario cooperative impedisce l’applicazione delle predette regole e attira tali enti all’interno della più severa disciplina prevista per le large institution. Pur condivisibile pe ri gruppi bancari tradizionali, espressione della medesima impresa, una simile conclusione non pare invece ragionevole per i gruppi bancari cooperative, le cui peculiarità impongono all’interprete di adeguare l’applicazione di tali regole alle specificità del caso concreto. The ‘one-site-fits-all’approach to banking regulation may harm smaller institutions and jeopardize competition. For this reason, the proportionality principle requires supervisors to “calibrate” the actual application of prudential regulation according to the size and complexity of each bank. Nonetheless, while economies of scale are still expected to play a fundamental role, even the high costs of enforcement experiences by supervisors may hinder the actual application of the proportionality principle. To address these obstacles, the “CRD V package” adopted a different approach to proportionality and introduced a specific set of tailored rules for “small and non-complex institutions” (for example, providing a lighter reporting requirement or a milder approach to SREP). However, since supervisory activities must always be carried out “at the highest level of consolidation-2, the mandatory participation of community banks in a “cooperative group” excludes the application of the special regime drawing these institution within the stricter rules provided for “large banks”. Although reasonable for traditional banking groups, whose peculiarities must be taken into proper consideration by the supervisor.



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