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Autori
Pezzuto, Luca
Farina, Tancredi

Titolo
Dell’ultimo Agostino Cornacchini. Tracce di uno scultore toscano all’Aquila / About the late activity of Agostino Cornacchini. Traces of a Tuscan sculptor in L'Aquila
Periodico
Il capitale culturale
Anno: 2021 - Fascicolo: 24 - Pagina iniziale: 133 - Pagina finale: 166

Si intende fare luce sulla tarda attività di Agostino Cornacchini, scultore toscano e autore della statua equestre di Carlo Magno per il portico di San Pietro e poi restauratore del Laooconte, che si affermò nel panorama romano di primo Settecento grazie all’intercessione del cardinale Carlo Agostino Fabbroni e ai successivi favori di Clemente XII. La critica ne considerava interrotta la carriera, dopo un periodo di declino, tra il 1754 e il 1757; in realtà, in seguito ad una sfortunata parentesi napoletana, l’anziano artefice visse e lavorò altri cinque anni in Abruzzo. Il saggio, che permette di stabilirne con esattezza anche data e luogo del decesso, costituisce un approfondimento sul soggiorno aquilano di Cornacchini (databile ora con esattezza al quinquennio 1758-1762), grazie a nuovi ritrovamenti d’archivio, allo scandaglio di fonti finora non considerate e all’analisi stilistica delle opere superstiti. This paper intends to make light on the late phase of the activity of the Tuscan sculptor Agostino Cornacchini, who established himself in early eighteenth-century Rome thanks to the support of Cardinal Carlo Agostino Fabbroni and Pope Clement XII and is generally known for executing the Equestrian statue of Charlemagne for the portico of the St. Peter’s Basilica and restoring the Laocoön Group. According to the studies so far, his career came to and end between 1754 and 1757, after a period of decline; actually, following an unsuccessful experience in Naples, the elderly artist worked in the Abruzzi for five more years. The present contribution clarifies where and when Cornacchini died and offers and in-depth analysis of the period he spent in L’Aquila (now certainly datable to the years 1758-1762) by focusing on newly discovered archival documents and previously not considered sources, and examining the style of his works still preserved in L’Aquila.



SICI: 2039-2362 (2021)24<133:DACTDU>2.0.ZU;2-2

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