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Autore
Libertini, Raffaele

Titolo
Perché scrivere chiaro. Dal semplicismo alla pertinenza del linguaggio giuridico (ai fini del discorso e dei suoi destinatari)
Periodico
Rivista italiana di informatica e diritto
Anno: 2020 - Volume: 2 - Fascicolo: 1 - Pagina iniziale: 43 - Pagina finale: 54

Perché scrivere chiaro? E in che contesti? L’articolo distingue la scrittura letteraria da quella dei testi giuridici sottolineando, per questi, la necessità che siano chiari e concisi per permettere ai cittadini di comprenderli con facilità esercitando così il loro diritto e dovere di conoscere le leggi, gli atti amministrativi e gli atti giudiziari che li riguardano. Una scrittura non chiara produce infatti effetti molto negativi sui cittadini e sulle imprese alterando il principio della divisione dei poteri e scaricando sugli interpreti i dubbi che derivano da una cattiva scrittura. Sono poi indicate le ragioni dello scrivere oscuro da parte dei tecnici e dei politici. Urge allora il cambiamento di una cultura e una formazione permanente dei redattori degli atti. A tal fine si auspica la costituzione di comunità professionali (un esempio è quello dell’Osservatorio legislativo interregionale - OLI). Occorrono anche la formazione di una classe politica di alto profilo ed un sistema giudiziario non tradizionalista che si adoperino realmente ai fini di formulare atti chiari e concisi.



SICI: 2704-7318(2020)2:1<43:PSCDSA>2.0.ZU;2-4
Testo completo: https://www.rivistaitalianadiinformaticaediritto.it/index.php/RIID/article/view/47/34

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