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Autore
Terranova, Giuseppe

Titolo
Diritti soggettivi senza sovranità (a proposito di bail-in, cram-down e altro)
Periodico
Il diritto fallimentare e delle società commerciali
Anno: 2018 - Volume: 93 - Fascicolo: 3/4 - Pagina iniziale: 491 - Pagina finale: 530 - Parte: 1

L’A. si chiede se il credito possa essere ancora considerato come un diritto soggettivo. Il dub­bio sorge perché le nuove discipline per la soluzione delle crisi d'impresa tutelano interessi anche diversi e in parte contrapposti a quelli dei creditori, per arrivare, in alcuni casi, a "espropriare" il ti­tolare della pretesa d'alcuni tradizionali poteri: si pensi al "cram down" nel concordato e al "bail in" per le banche. La questione viene affrontata facendo riferimento, da un lato, agli schemi utilizzati da Hohfeld per de­scrivere le situazioni soggettive, e, dall’altro lato, al concetto sociologico di "aspettativa di tutela". Il primo strumento, debitamente aggiornato, permette di descrivere la struttura del rapporto obbligatorio come un grappolo di poteri/soggezioni/immunità: grappolo, variamente conformato nelle varie epo­che e nei diversi ordinamenti. Il secondo strumento consente di porre dei limiti funzionali (anch’essi storicamente mutevoli) al potere del legislatore di conformare il diritto soggettivo, giacché impone di rispettare (come affermano molte Corti Supreme, a partire da quella di Strasburgo) i principi di proporzionalità e di ragionevolezza, per assicurare ai creditori un risultato apprezzabile sul piano patrimoniale. In altri termini, anche il credito, al pari della proprietà, avrebbe un nucleo duro, che non potrebbe essere inciso da provvedimenti ablativi. Su queste basi, nel saggio vengono esaminati alcuni problemi di scottante attualità, come: l'obbli­go d'apporti esterni nel concordato, l'azzeramento delle partecipazioni sociali, il trasferimento di ri­sorse nei concordati di gruppo, il trattamento concordatario dei creditori muniti di garanzie su patrimoni altrui, l'insinuazione al passivo del credito da compensare, e altri quesiti di dettaglio. In this article, the author investigates whether credit rights may still be deemed to be subjective rights. The doubt arises as the most recent legal regimes for the settlement of business crisis protect consti­tuencies that are different from, and sometimes juxtaposed to, those of creditors, and sometimes get to "expropriating" claimants of some of their traditional powers: it is the case of cram-down in the "concordato" and bail-in for banks. The subject is dealt with by making reference, on one hand, to the schemes adopted by Hohfeld for describing subjective situations and, on the other hand, to the sociological notion of "expectation of protection". The first tool, duly updated, allows to describe the structure of the obligation as a cluster of power/awe/immunity. Such cluster is variously shaped in the different ages and legal systems. The second allows to introduce functional (and historically changing, too) limits to the legislative power to conform subjective rights, as it mandates the respect of general principles such as proportionality and reasonableness (as stated by many supreme courts, including Strasbourg one), in order to grant creditors an acceptable outcome from the economic standpoint. In other words, the credit right, not differently from ownership, would have a hard core that could not be subject to ablation. On such basis, the essay examines some topical issues, like: the obligation to provide external resour­ces in case of business restructuring; the cancellation of shareholdings; the transfer of resources in the context of corporate group restructurings; the treatment of creditors with securities on third parties' assets; the set-off of claims, and other detail issues.



SICI: 0391-5239(2018)93:3/4<491:DSSS(P>2.0.ZU;2-3

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