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Autore
Rosso, Paolo

Titolo
«Caput Studii principale». Le origini del cancelliere e la definizione delle sue funzioni nelle università italiane del medioevo
Periodico
Annali di storia delle università italiane
Anno: 2021 - Volume: 28 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 137 - Pagina finale: 171

Con la lettera Cum sepe contingat (1219) Onorio III investì l’arcidiacono della cattedrale di Bologna della facoltà di conferire la licentia docendi dopo un esame da parte dei doctores dell’Università di Bologna. Negli Studia generalia italiani, organizzati secondo l’impianto bolognese, la carica di cancelliere, come venne appellata dal Trecento, fu in generale attribuita al vescovo, ma alla sua definizione si giunse con progressione, attraverso l’elaborazione teorica dei giuristi (sviluppata in particolare intorno ai concetti di Studium generale e di licentia ubique docendi) e gli interventi dei poteri universali (papato e impero), poi recepiti nella statuizione universitaria. Il fondamentale ruolo di garante svolto dal cancelliere durante la verifica del candidato alla licenza di insegnare ubique, insieme ad altri compiti assegnatigli in un vasto ambito di questioni che interessarono lo Studio, costituirono le basi per l’indiscusso prestigio del vescovo-cancelliere, definito nelle fonti come «caput Studii principale».



SICI: 1127-8250(2021)28:2<137:«SPLOD>2.0.ZU;2-J
Testo completo: https://www.rivisteweb.it/download/article/10.17396/102620
Testo completo alternativo: https://www.rivisteweb.it/doi/10.17396/102620

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