Ai fini dell'applicazione dell'aggravante generica di cui all'art. 61, n. 9, c.p., nel caso di un reato commesso da un ministro di culto, non è sufficiente che la qualità in oggetto sia astrattamente idonea a facilitare la commissione del reato, qualificandosi come un "fattore agevolativo indiretto", ma è necessario che si rilevi un abuso non già del mero stato sacerdotale, ma un vero abuso di poteri o una violazione di doveri inerenti a tale qualità .