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Autore
Midiri, Mario

Titolo
Principio maggioritario e giurisdizione (note minime).
Periodico
Diritto e società
Anno: 1997 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 217 - Pagina finale: 233 - Parte: SAGGI

La prassi recente ha stimolato la riflessione sullo spazio istituzionale acquisito dalla magistratura, e gli scritti di Martines aiutano a capire in che senso si può parlare di forza politica degli organi giudiziari: il giudice partecipa della realtà sociale in cui vive, le sue decisioni incidono sull'attuazione dell'indirizzo politico, come risulta da ricerche condotte su sistemi di giurisprudenza costante, in grado di neutralizzare l'indirizzo legislativo. Anche l'azione del giudice costituzionale è limitata dall'immediata applicazione dei precetti e valori costituzionali ad opera dei giudici comuni. Molti hanno visto nei giudici, e nei magistrati delle procure, i difensori di regole essenziali di moralità pubblica. Se è rilievo comune ad altre esperienze costituzionali che i giudici portano con sé una concezione politica pubblica della giustizia , da noi si è paventato l'avvento della " democrazia giudiziaria". Ma non è facile ricavare indicazioni generali dal recente attivismo delle procure: esso ha avuto grande risalto, ma non sembra aver segnato l'intero ordine giudiziario nel senso di porre le premesse per una sua interna trasformazione. Alla giurisdizione spetta n compito essenziale nell'opera di unificazione del diritto e nel bilanciamento del " potenziale equilibrante" insisto nell'opzione maggioritaria: secondo una precisione ottimistica, le corti assorbiranno tensioni destinare altrimenti a restare fori dal sistema, contribuendo cosi alla sua rappresentatività ; ma questo è un problema aperto, come è aperta la ricerca di un nuovo equilibro tra gubernaculum e iurisdicito.



SICI: 0391-7428(1997)2<217:PMEG(M>2.0.ZU;2-6

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