Nel dicembre 2004, nell'articolo "Le riflessioni di Marisa Trigari su La storiografia digitale", presente sul sito dell'Indire - Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa (accessibile su: http://www.bdp.it/content/index.php?action=read&id=1200# ), l'autrice commentava un volume a stampa su "La storiografia digitale", ricollegandosi proprio ai dibattiti della fine degli anni '90 sull'argomento di cui ci stiamo occupando, e scriveva che
"Colpisce, a otto anni di distanza, una riproposizione dei problemi in termini molto simili , nonostante la crescita esponenziale dell'accesso al web, la riduzione del digital divide".
La Trigari, inoltre, ampliando il discorso anche al problema della comunicazione/pubblicazione della ricerca storiografica aggiungeva che "Ancora oggi, più che di storiografia digitale, si dovrebbe parlare di storiografia che usa fonti digitali, …c'è una cesura tra processo di ricerca e comunicazione dei risultati…Lo storico elabora un testo sequenziale... che è di fatto la punta di un iceberg , in cui l'insieme...delle fonti di riferimento è rappresentato solo a titolo esemplificativo . Il lettore certamente può rifare il percorso, ha indizi ed indirizzi, ma la reperibilità delle fonti è generalmente così onerosa , che questo lavoro di verifica e potenziale ricostruzione alternativa è riservato solo a pochi membri della consorteria professionale".
La Trigari sosteneva invece che "il web consente potenzialmente di presentare nella scrittura storiografica l'intera sceneggiatura - che dà ragione del percorso selezionato, rendendo immediatamente possibile, attraverso un sistema di link , non solo una verifica sulla serie completa delle fonti disponibili, non solo la considerazione di strade alternative non percorse o solo parzialmente percorse, ma anche la costruzione personale di percorsi differenti".
Una proposta affascinante, quella di fare di Internet uno strumento anche di comunicazione/condivisione/ampliamento dei risultati della ricerca: la strada da percorrere in questa direzione sembra in verità ancora lunga, ma non per questo meno appassionante, considerate le potenzialità che da questo punto di vista l'ipertestualità e multimedialità tipiche della rete offrono alla comunicazione e alla costruzione, anche autonoma e consapevole, della conoscenza storica (v. le importanti riflessioni di Antonino Criscione in "Sopravviverà la storia all'ipertesto?" : http://web.archive.org/web/20041027183255/http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/criscione-ipertesto.htm )