Non interpretano le prove di fatto. Sebbene le fonti primarie possano essere scritte, create o strutturate secondo una certa prospettiva, sono in genere prive di giudizio a posteriori. Come tali non sono state colorate dalla tavolozza del critico o dalla matita dell'editore. Vivono della propria interpretazione di determinate tragedie e trionfi. Restano la registrazione più fedele di ciò che realmente è avvenuto prima che altri avessero la possibilità di analizzarle, criticarle o deformarle.
La vivida descrizione che Plinio il Giovane fa dell'eruzione del Vesuvio nel nel 79 D.C., che seppellì le città di Ercolano e Pompei e molti dei loro abitanti sotto la lava, fornisce un resoconto molto più accurato di quello degli archeologi che ricostruirono lo stesso evento dallo scavo delle rovine. Gli studenti che leggono la versione di Plinio il Giovane hanno l'opportunità di riflettere, dedurre, ipotizzare, immaginare scenari alternativi e avere un'opinione personale circa questo cataclisma ambientale.
Contribuiscono alla scoperta della verità circa persone, eventi e questioni.Le fonti primarie sono lo strumento fondamentale per la scoperta della verità circa persone, eventi e questioni. Così come "la verità è la prima vittima della guerra", le fonti primarie sono la prima vittima delle fonti secondarie. Ogni volta che un persona scrive di un'altra persona, evento o questione, essa, consapevolmente o meno, aggiunge un altro strato di tendenze personali che può impedire la scoperta della verità. Quando gli studenti si basano solo su fonti secondarie per lo studio della storia, essi vengono privati della possibilità di creare collegamenti tra la fonte e le proprie idee, esperienze e conoscenze. Molto spesso le fonti secondarie forniscono agli studenti non solo un pregiudizio storico verso un particolare evento storico ma anche un'interpretazione univoca. Le fonti primarie permettono agli studenti di costruire interpretazioni multiple di significato e di determinare ciò che essi ritengono essere le sfumature psicologiche e le complessità di un documento.
Le fonti primarie possono essere le sole fonti sui cui ci possiamo basare per scoprire le cause di una guerra, le decisioni dei funzionari di governo o la natura e le implicazioni della rivoluzione informatica. Il Diario di una ragazza di Anne Frank, ad esempio, getta moltissima luce sulla natura e l'estensione dell' Olocausto Nazista che i tedeschi cercarono di nascondere durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale (Craver 1997, 152-153). La testimonianza di giapponesi americani circa il loro ingiusto internamento nei campi di concentramento degli Stati Unit fornisce un documento del clima di paura generato dal bombardamento giapponese di Pearl Harbor nel 1941.
Documenti come questi possono anche essere usati per identificare modelli e temi storici e forse fare generalizzazioni storiche. Il modello di un clima di paura può essere ritrovato in numerosi documenti circa i Processi alle Streghe di Salem (Salem Witch Trials), l'era McCarthy e la Guerra Fredda così come per i due esempi precedenti. Come e perché questo modello si ripete attraverso la storia? Quali condizioni fanno sì che un paese o gruppo di persone sia suscettibile ad esso? Quale pericolo presenta per un paese ora e in futuro?
Quando gli studenti lavorano con le fonti primarie questo offre l'opportunità di riconoscere la dimensione storica dei problemi che affrontano nella vita quotidiana. Lo studio della storia diventa uno strumento per inculcare il pensiero critico di cui avranno bisogno per scegliere un futuro presidente o per sostenere o meno le decisioni e la politica del governo circa una guerra, l'ambiente, la salute o l'istruzione. Sebbene il pensiero critico sia applicabile all'apprendimento di qualunque disciplina, esso è specialmente importante per la Storia.