| 8. La preferibilità del nostro "sistema binario" tradizionale: ossia contro l'"omogeneizzazione" del diritto dell'esecuzione, ma anche contro la disparità di trattamento fra impresa commerciale "grande" e non. | 193 |
| 9. La discutibile espansione della figura dell'imprenditore commerciale sottratto a fallimento per ragioni dimensionali | 200 |
| 10. Gli interrogativi sollevati dall'ampliamento della fattispecie dell'imprenditorea gricolo | 214 |
| 11. La falsa contrapposizione fra attività commerciali e attività agricole. | 229 |
| 12. L'attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi e l'impresa agricola. | 238 |
| 13. L'attività intermediaria nella circolazione dei beni e la commercializzazione di prodotti agricoli | 250 |
| 14. L'attività ausiliaria di altre attività commerciali alla luce del canone teleologico | 255 |
| Capitolo III - I TIPI DELLE PROCEDURE CONCORSUALI: TRADIZIONE V. INNOVAZIONE | |
| 1. La preferenza per un sistema "binario" di tipi predefiniti, in cui l'accertamento dello stato di insolvenza rappresenta Io spartiacque fra istituti di salvataggio dell'imprenditore e procedura esecutiva collettiva sui suoi beni | 264 |
| 2. Varianti "vere" e "false" del presupposto oggettivo. Insolvenza e crisi nella legge fallimentare riformata e nel decreto sulla "seconda" amministrazione straordinaria | 270 |
| 3. (Segue) La fittizietà del requisito della recuperabilità di cui all'art. 27 del d.lgs. ti. 270/1999. | 282 |
| 4. La procedura esecutiva collettiva: obiettivi ex post ed ex ante del fallimento nell'originaria disciplina di cui al r.d. 16 marzo 1942, n. 267. | 288 |
| 5. Discussione critica delle innovazioni riconducibili al modello "premiale": i rischi dell'affievolimento del regime sanzionatorio, e soprattutto del nuovo istituto della "esdebitazione" | 297 |
| 6. Il depotenziamento e la vanificazione delle finalità ex ante della revocatoria fallimentare | 309 |
| 7. Discussione critica delle innovazioni riconducibili al modello "contrattualistico": a) il nuovo assetto dei poteri degli organi del fallimento e il ridimensionamento dei compiti dell'autorità giudiziaria | 316 |
| 8. (Segue) b) la circolazione postfallimentare dell'azienda e il favor per la conservazione dell'impresa | 326 |
| 9. (Segue) c) il nuovo concordato fallimentare e la riallocazione sul mercato dei valori dell'impresa | 334 |
| 10. La legittimazione all'accesso agli istituti di "salvataggio". La giusta sconfitta del modello della trasparenza dello stato di crisi | 340 |
| 11. La reductio ad unitatem delle procedure giudiziali "alternative" e la discutibile abrogazione dell'amministrazione controllata | 345 |
| 12. Discussione critica dei principali aspetti di riforma dell'istituto del concordato preventivo: a) l'affievolimento dei requisiti soggettivi e oggettivi | 352 |
| 13. (Segue) b) la nuova "flessibilità" dell'istituto e la sua degiurisdizionalizzazione | 359 |
| 14. (Segue) c) maggioranze e classi dei creditori | 363 |
| 15. L'apoteosi della privatizzazione della crisi: gli altri istituti di "salvataggio" dai progetti preliminari alla nuova legge fallimentare. | 369 |
| 16. Inquadramento sistematico e lacune della disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti e dei piani attestati di risanamento. | 378 |
| 17. Le novelle del 2010-2012 e gli elementi di criticità degli istituti di "salvataggio" extragiudiziali | 383 |